SZ APARTMENTS

Luogo

Verona, Quartiere San Zeno

Cliente

 Privato

Programma

Residenza - Appartamenti

Stato

in progress

Collaboratori

Arch. Filippo Andreoli

 

BLOOMING  FLOWER

Luogo

Albino, Bergamo, Italia

Cliente

Comune di Albino

Programma

Scuola dell’ Infanzia

Stato

concorso_anno 2018

Partners

0Spazio Architects, Roma

(Arch. Giorgio Scarchilli)

Collaboratori

Arch. Fabio Biasi

 

Quando Margherita Zoebli, pioniere della pedagogia, fece iniziare la costruzione della sua “Scuola Svizzera” a Rimini,  nell'immediato dopoguerra, si dice che andasse nel cantiere a raccomandare ai muratori di mettere le finestre a 60 cm dal pavimento spiegando che i bambini non dovevano essere costretti ad alzarsi sulle punte dei piedi per vedere se fuori stesse nevicando, ma che piuttosto era invece opportuno che le maestre piegassero la schiena [...]. Su tale base di pensiero prende forma il progetto per la Nuova Scuola dell'Infanzia di Albino, quale spazio pensato per i bambini che qui trascorreranno molte ore di ogni giorno.

Si tratta di un' architettura radicata nelle restrittive regole del contesto urbano che la accoglie, ma il cui volume “sboccia” letteralmente come un fiore, verso la migliore ricerca di ambienti capaci di stimolare la curiosità dei bimbi, inondati di luce naturale (spesso indiretta), favoriti da una corretta ventilazione per offrire quella semplice e vitale condizione di benessere che l'ombra degli alberi sa offrire nel periodo estivo;  ma si tratta soprattutto di spazi pensati come un giocattolo di grande scala e quindi aperto a diverse combinazioni, a nuovi usi, in grado di suscitare stimoli ed emozioni. Naturalmente colorato; avete mai visto un giocattolo bianco? Se la purezza è infatti opposta alla pedagogia è forse logico che un bimbo (ancorchè se piccolo) entri a scuola pulito per uscirne sporco, proprio perché incapace di resistere alla tentazione di sperimentare, toccare, divertirsi e quindi di imparare. Per questo ad esempio, all'interno delle aule, per le quali veniva richiesta la presenza di un soppalco, la scala che a questo conduce è un tunnel colorato a metà del quale, in corrispondenza del pianerottolo, si apre una finestra a tutta altezza (rigorosamente a misura di bambino), chiusa solamente da una rete in corda (le stesse con le quali si realizzano le attrezzature dei parchi giochi), in prossimità della quale i bimbi potranno fermarsi per curiosare sull'aula sottostante da una diversa prospettiva, come da uno strano cannocchiale.

La scuola propone un duplice senso di apertura verso l'esterno, dato certamente dal fluido rapporto tra spazi interni ed esterni (a volte solo coperti o scoperti), ma anche, con accezione funzionale, relativo alla possibilità di utilizzo in orario extrascolastico, con l'obbiettivo di renderla parte attiva della città in cui vive. Per tale motivo il laboratorio, che in particolari orari del giorno potrà essere attrezzato a dormitorio per i bimbi così da ottimizzare gli spazi a disposizione, viene collocato in prossimità dell'ingresso, garantendo sia un diretto collegamento con le aree della didattica, sia un accesso riservato al funzionamento diversificato, così da permettere molteplici possibilità di utilizzo  capaci di garantire una necessaria separazione dei flussi tra utenti interni e nuovi ospiti. La scuola ha l'immensa responsabilità sociale di aprire ai più piccoli le porte dei sogni, mantenendo inalterata, ovvero accrescendo, la capacità di ogni bambino di giungere ai traguardi più alti, mettendo in quelle piccole mani tutti gli strumenti necessari a sperimentare (giocando) un futuro che da quelle stesse mani verrà modellato. Lo spirito che anima il progetto trova dunque piena rivelazione in una citazione di W.Churchill, la cui reinterpretazione in questo contesto, vogliamo leggere come auspicio di diretta relazione tra il contenitore ed il contenuto, dove se il contenuto è il bambino sarà necessario pretendere un contenitore disegnato sulla base di una semplice prerogativa: la BELLEZZA. “We shape our buildings, thereafter they shape us” (W.Churchill)

 

 

CAMPUS DELLA SCOPERTA

Luogo

Lurago d’ Erba, Como, Italia

Cliente

Comune di Lurago d’Erba

Programma

Scuola dell’ Infanzia

Stato

concorso_anno 2018

Partners

0Spazio Architects, Roma (Arch. Giorgio Scarchilli)

Collaboratori

Arch. Filippo Andreoli

Arch. Giulia Dal Forno

 

La didattica aperta e la scuola come scoperta continua

Le scelte progettuali dell’edificio sono state indirizzate a realizzare un modello didattico “aperto”, caratterizzato da spazi dinamici e modificabili, in grado di stimolare l’interesse alla scoperta dei bambini. Inoltre il fabbricato è stato inteso come parte di un “campus didattico” all’interno di un parco, per fare si che lo stimolo alla scoperta si estenda all’esterno avvicinando i bambini all’interesse verso i concetti di ambiente, sostenibilità ed energia.

Il campus didattico all’interno del “Parco delle scoperte”

L’edificio è stato concepito come parte di un “campus didattico” che comprende oltre alla nuova scuola dell’infanzia, la scuola primaria esistente e il volume di ampliamento in programma. I fabbricati si sviluppano all’interno di un parco caratterizzato da un “percorso della salute”, da una pista ciclabile, da aree sosta e relax e da un area sportivo-didattica. All’interno del parco sono previste zone per il posizionamento di mini turbine eoliche, in prossimità delle quali sarà possibile consultare i dati della produzione giornaliera di energia ed il bilanciamento dell'efficienza energetica ed un sistema di ingressi costituto da un ingresso al campus ed ingressi dedicati alla scuola primaria ed alla Scuola Infanzia, collegati ad aree parcheggio a servizio dell’intera struttura didattica.

L' EDIFICIO è pensato come un organismo autosufficiente. Il sistema tecnologico è integrato, la vetrata basso emissiva riduce la dispersione termica, garantendo continuità visiva verso l'esterno. La pensilina finalizzata all'ombreggiatura della vetrata ed alla protezione della stessa dalle piogge in prossimità delle principali aperture, prevede l'istallazione di un sistema misto di pannelli solari per la produzione di acqua calda e di pannelli fotovoltaici orientabili per la produzione di energia elettrica. Il dimensionamento di tali pannelli è stato calcolato per rendere autosufficiente la scuola. La produzione discreta di energia associata ad un edificio a basso consumo energetico consente di pensare ad un progetto veramente sostenibile. Il PARCO prevede una zona per il posizionamento di mini turbine eoliche, in prossimità delle quali sarà possibile consultare i dati della produzione giornaliera di energia ed il bilanciamento dell'efficienza energetica, verso un insegnamento diretto e coinvolgente, basato su un esempio virtuoso. Il TETTO della nuova scuola prevede infine dei camini di aerazione/illuminazione i quali, sfruttando i naturali moti convettivi, permetteranno il mantenimento dello stato di confort senza ricorrere alla climatizzazione per la maggior parte dell'estate.

 

BOTTAGISIO SPORT CENTRE (AMPLIAMENTO)

Luogo

Quartiere Chievo, Verona, Italia

Cliente

Chievo Football Club

Programma

progetto di ampliamento di un centro sportivo d’eccellenza

Stato

progetto definitivo

(in collaborazione con Ing. Edi Cugola)

L’esigenza di un ampliamento degli spazi dedicati all’allenamento del settore giovanile del Chievo calcio, unita all’esigenza di attuare il programma attraverso una sopraelevazione dell’edificio esistente, al fine di rispettare la volontà della proprietà, apre una complessa discussione sulla più corretta modalità di operare un intervento simile all’interno di un contesto paesaggistico pregevole, connotato dalla presenza del fiume Adige, della diga e del vicino Parco dell’Adige Nord

Vincolo tecnico funzionale alla progettazione era dato dall’altezza dei nuovi locali, nei quali veniva richiesta la presenza di una palestra per allenamento a corpo libero

La strategia presentata è di duplice rottura: materica e compositiva

Il nuovo volume viene infatti suddiviso orizzontalmente in due porzioni apparentemente distinte, i cui bordi si muovono in maniera autonoma rispetto a loro stessi e all’edificio sottostante, per riconettersi in prossimità del centro dell’edificio dove trova posto la palestra che necessita dell’altezza interna maggiore. Tale escamotagepermette di limitare la percezione del nuovo involucro a porzioni della sua altezza complessiva limitandone l’impatto, mentre la maggiore vicinanza al manufatto, definisce, per ovvie ragioni di inganno prospettico, un delinearsi dei bordi di copertura come sfuggenti, di altezze diverse, svettanti in modo singolare verso il cielo

Si tratta invece di una composizione molto più lineare, che funzionalmente permette l’utilizzo delle porzioni marginali derivate dai diversi incastri tra pieni e vuoti, come terrazze dalle quali apprezzare il panorama circostante

Il materiale scelto opera come antagonista di tutto quanto già presente. E’ una lamiera microforata, posata a sezioni inclinate, che assolve al ruolo di riflettere le sfumature del cielo nelle ore diurne, per dissolversi alla luce degli interni al calare del buio, lasciando percepire all’esterno le ombre dei corpi in movimento degli atleti

 

WONDERLAND URBAN PLAYGROUND

Luogo

Quartiere Borgo Trento, Verona, Italia

Cliente

 associazione privata

Programma

riqualificazione di un' area di quartiere

Stato

 concept – in progress

(in collaborazione con Architetto Angelo Pasqualini)

Tutto iniziava con un coniglio di colore bianco, che invitando Alice a seguirlo in un posto magico, scompariva nel piccolo pertugio di un albero. Era la storia di Alice in Wonderland e del suo mondo incantato, ma al contempo denso di tensioni e paradossi

E' ciò che accade anche qui, nel centro della città, dove la particolare conformazione del tessuto urbano, ha lasciato spazio ad un'area libera di medie dimensioni, circondata dai volumi abitativi tipici del quartiere di Borgo Trento. E' una realtà molto rara e poco conosciuta anche ai residenti più vicini, abituati a pensare a questo come ad uno spazio privato in quanto celato alle viste comuni

La proposta di un nuovo playground parte così dal ridisegno delle pavimentazioni dei pochi esistenti accessi pedonali all'area, per renderli visibili, ma soprattutto curiosi e capaci di attrarre ogni inconsapevole passante, all'interno di una situazione totalmente inaspettata; è un 'area verde, con alberi (in buona parte esistenti), una lunga seduta in materiale plastico che si muove sinuosa tra i tronchi, un campo da calcetto ed una zona in sabbia per il volley e per il gioco dei più piccoli. Una parete di arrampicata restituisce nuova vita ad una guardiania inutilizzata, mentre le griglie di aerazione del parcheggio sotterraneo esistente vengono mascherate da collinette artificiali in erba coperte da una rete colorata in corda, sulla quale sarà possibile sdraiarsi per leggere un libro o rilassarsi al sole

Un piccolo padiglione - bar in vetro ed acciaio garantisce la presenza di personale per la gestione dell'intera area ed assicura un servizio indispensabile ai fruitori, che qui vorranno fermarsi. Quelli impossibilitati a farlo, potranno invece continuare a seguire il colorato disegno a terra del percorso principale, che conduce ad un' uscita sul lato opposto dell'isolato; la scoperta li riporterà presto a ripercorrere questa via per godere ancora di pochi altri attimi di magia

 

TAKE A WALK ON THE WINE SIDE

Luogo

Negrar, Verona, Italia

Cliente

Domini Veneti, Cantine della Valpolicella

Programma

riqualificazione ed ampliamento della Cantina di Negrar

Stato

concorso

(in collaborazione con Architetto Andrea Frate)

E’ possibile immaginare l’occasione di un progetto in ambito privato quale opportunità per accrescere il senso di appartenenza al luogo di un’intera comunità?

Esiste una soluzione per riconnettere un esistente sito produttivo al paesaggio naturale circostante?

Attiva fin dal 1933, la Cantina della Valpolicella di Negrar rappresenta una delle principali realtà di produzione vinicola della regione; collocata di poco a margine del centro di Negrar, lungo la strada che sale in Lessinia, si presenta ad oggi come un complesso dall’apparenza industriale che lascia poco spazio alla comprensione delle attività che accadono all’interno

La richiesta promossa attraverso un bando di concorso internazionale, riguardava la necessità di ampliare la cantina, soprattutto in riferimento agli spazi ludici, di comunicazione e di logistica, prevedendo la realizzazione di percorsi didattici, di un ristorante, di nuovi uffici e di un punto vendita. Di fondamentale importanza la possibilità di mantenere attiva la parte produttiva e di lavorazione del prodotto già esistente

La proposta guarda all’intera area con l’intento di utilizzarne la volontà di apertura al pubblico, come fulcro attorno al quale incentrare un processo di trasformazione capace di restituire un nuovo luogo di attrazione, uno spazio di utilizzo pubblico per l’intera comunità. Tutto ciò attraverso la realizzazione di un parco urbano pensile a copertura della grande area di carico-scarico e del parcheggio, che raccordando il livello stradale alla copertura dei volumi esistenti, funge da base attiva per lo sviluppo delle più diverse attività legate sia all’azienda che alla cittadinanza

Qui si snoda il lungo percorso che tra continui cambi di prospettiva e di pendenza, permette di raggiungere gli ingressi del museo, del ristorante e dell’area didattica, posti in adiacenza ad una piccola piazzetta pensile, riservando saltuariamente la possibilità di intravedere e seguire il processo produttivo che avviene ai piani inferiori, attraverso tagli e pozzi di luce che fungono da veri e proprio cannocchiali puntati sulle attività più intime dell’azienda

Le coperture dei nuovi volumi sono sempre percorribili, quale punti di arrivo per la riconnessione visiva con le colline che caratterizzano l’intero paesaggio circostante

 

LIGHTHOUSE SEE HOTEL

Luogo

  Parco del Plemmirio, Siracusa, Italia

Cliente

  YAC - Young Architect Competition

Programma

  progetto di riqualificazione dell’area del faro e realizzazione di un landscape hotel

Stato 

concorso

(in collaborazione con Architetto Andrea Frate ed Architetto Alessandro Parena)

Come inserire un nuovo edificio in contesto paesaggistico fragile e di particolare valenza ambientale?

Dal leggendario Colosso di Rodi alla maestosa Torre d’Alessandria, i fari hanno percorso la storia dell’umanità, connotandosi di un significato ben più esteso della semplice struttura di segnalazione, e conquistando un orizzonte onirico, intriso di avventura, fascino e mistero. Sulla scogliera di Muro di Porco, a pochi chilometri dal centro storico di Siracusa, si innalza un faro di indescrivibile fascino ed ineffabile pregevolezza

Come trasformare un faro in un’impareggiabile struttura alberghiera? Come accostare interventi di architettura contemporanea ad ecosistemi tanto maestosi e delicati?

Serve una nuova visione. La proposta di una serie di azioni necessarie ad attivare un networkanziché costruire un edificio; la creazione di un supporto funzionale alla riattivazione dello spazio nel lungo periodo; un Open Source Park. La logica del progetto guarda ad un periodo di attivazione, utilizzo e restituzione dell’area di circa trenta’anni, durante i quali operare un investimento iniziale di recupero generale dello spazio pubblico, restauro del faro, installazione di un albergo diffuso ed infine smontaggio delle strutture a fine del ciclo di vita, lasciando l’area funzionalmente attivata ed esteticamente ordinata, capace di ricevere nuove istallazioni per un secondo ciclo di attività

La strategia proposta riguarda dunque la realizzazione di un progetto paesaggistico permanente a supporto di una struttura alberghiera e didattica temporanea, capace di restituire l’investimento in un determinato arco temporale. Le strutture sono dunque prefabbricate, leggere e tali da prevedere la possibilità di essere interamente realizzate fuori opera e qui trasportate e collocate con l’utilizzo di un elicottero

La scelta formale va verso piccole strutture di acciaio reticolare, assemblabili a seconda delle funzioni e rivestite in EFTE, con l’intento di massimizzare le viste in ogni direzione possibile, comprese quelle zenitali, necessarie ad apprezzare gli splendidi cieli stellati che qui dipingono le notti estive

 

PIASTRA ON THE ROCKS

Luogo

  Ferrara di Monte Baldo, Verona, Italia

Cliente

  privato

Programma

  riqualificazione di un centro sportivo

Stato

  realizzato – anno 2012

Il progetto prevede la riqualificazione di un'area verde ormai in abbandono mediante la costruzione di 4 campi polisportivi per il tennis, la pallacanestro, il calcio a 5 e la pallavolo

I campi sono immersi nel bosco del Monte Baldo costituendo una splendida cornice per gli sportivi

Le strutture sono dislocate nell'area in ordine apparentemente sparso, collegate tra loro da un percorso, una passeggiata nel verde

 

TEMPORARY SQUARE

Luogo

 Verona, centro storico

Cliente

 Comune di Verona

Programma

 riqualificazione di una piazza in centro storico

Stato

bando di concorso – anno 2012 – 2° classificato

(in collaborazione con architetti Federico Baruffaldi, Michele Gallina, Gianluca Dalla Pellegrina)

Partendo dall’accezione del concetto di gradevole ai sensi ed all’animo, di accogliente, luogo nel quale si sta bene, l’obiettivo progettuale era creare un nuovo spazio urbano che stimolasse la permanenza e non la percorrenza, dove l’automobile sia ospite e la pedonabilità sia di primaria importanza per la percezione degli spazi e delle sequenze create dalle diverse quinte architettoniche

Input: le finalità realizzative del bando, mirate anche all'economicità dell'intervento, non permettevano l'utilizzo di materiali nobili come la pietra. Da qui l'idea di utilizzare soluzioni facili come la vernice da applicare a spruzzo sugli asfalti esistenti, in grado di connotare fortemente l'area senza esosi interventi, quasi come un'istallazione, un progetto temporaneo

Il risparmio sui costi di realizzazione delle pavimentazioni, permette così di concentrare maggiori risorse sulla parte nobile della piazza, dove verrà ricreato, in chiave moderna, il vecchio giardino botanico della città, qui già presente nel passato

Flussi: l’arrivo nell’area dal centro storico è confuso, i flussi appaiono disordinati e non continuativi. La percezione è quella che il centro storico finisca prima di arrivare in quest’area

Concept: 1. Il parcheggio, occupante l’intera Piazza Viviani, viene smembrato, facendo percepire una minor presenza delle auto; 2. i parcheggi, spostandosi, fanno emergere metaforicamente i recenti scavi archeologici rilevati durante i precedenti interventi, poi ricoperti. La pavimentazione segnala graficamente la texture degli scavi, mantenendo così una memoria storica sul nuovo layout urbano; 3. si uniscono e si intrecciato Piazza Viviani e Piazza Indipendenza: superfici dure e pedonali si collegano in un layout calpestabile con le superfici a verde. La piazza, il parco ed il parcheggio diventano così un insieme unico e permeabile; 4. l’area si trasforma in uno spazio aperto verso il contesto con nuove prospettive e nuovi flussi, permeabili.

Layout: metaforicamente si appoggiano sul terreno diversi nastri, su un unico livello a piano di calpestio, che costituiscono un insieme ritmato alternato di verde e percorsi.

Al ritmo del layout si sovrappongono dei “blob” che emergono e che si appoggiano alla superficie: sono grandi rossi cuscini, formati da gomma riciclata colorata e creano nuove sedute, nuove forme per la socialità